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Da soli turgidi da Resilienza

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La nostra è una società che sta crollando con tutti i suoi muri di cartongesso. E allora corre, afferra quello che può, sempre più violenta, indifferente, cieca. Vuota. E' una società che si trascina dietro le sue macerie e i suoi morti con lo stoicismo di una mucca da pascolo che veda crollare il mondo, ma pensa solo a brucare la sua erba.
Non ci credo che ci siano ancora cattedre nelle scuole, istituzioni inumane come le carceri, 'rifiuti umani' accasciati tra i palazzoni delle metropoli. C'è chi continua a lagnarsi, a 'pretendere' che la società gli dia 'il suo'. Ma la società non è fatta per elargire premi. La società si fonda sulla paura degli uomini e sulla loro conseguente sottomissione alle regole stabilite dal sistema. La società decide cosa ti deve piacere, come ti devi vestire, cosa devi consumare (possibilmente tutto quello che è possibile), come ti devi 'sfogare', quanto devi dormire o quando 'andare in ferie', a cosa devi ambire. La società fa in modo di creare persone 'devianti' perchè ne ha bisogno per sostenere il suo apparato giuridico. La società approva la somministrazione di cibi tossici, di cui il mercato è saturo, perchè questo significa tenere in piedi il sistema sanitario. La società o meglio, il sistema che regge la società, ha bisogno di sudditi. E la morale è il grande strumento attraverso il quale attua i suoi propositi.
Resilienza è la storia poetica di una ribellione. Una ribellione che non passa attraverso rivolte in piazza (anche quelle funzionali al sistema), ma attraverso l'ascolto dell'anima, attraverso la rivoluzione silenziosa della coscienza che diviene desiderio di donare nuove visioni. Ricerca della voce più autentica. Missione dell'anima. Perchè l'Anima individuale è unicamente a servizio dell'Anima del Mondo. Della Natura. E non lo fa aspettandosi il plauso di improvvisate giurie. Lo fa in silenzio. Facendosi parola che traduce il suono della Madre, da cui ogni cosa origina e deve tornare.
 
Da soli turgidi
Sentire, nudo, il giorno.
 
Il sole falcia le strade
tra occhi annegati,
accasciati nelle retrovie.
 
Occhi iniettati di sangue.
 
Sputare il marcio mille volte,
senza espellerlo mai.
 
Il ferro della metro
sferraglia nel midollo
di una pesantezza che uccide.
Lenta.
Si mescola ai fiati.
 
Eppure c'è colore,
nel giorno.
 
Da soli turgidi
calano colombe
sullo sfacelo di un mondo
dannato di potere,
 
dicono
 
la pace è dentro te.
Annalisa Scialpi

 Giovanni Rossato - 15/08/2023 12:17:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Belle le tue riflessioni. Concordo, si, solo la coscienza può salvarci.
Grazie

 Angelo Naclerio - 14/08/2023 16:04:00 [ leggi altri commenti di Angelo Naclerio » ]

Tanto per atteggiarmi un poco ad eretico trovo che l’introduzione in prosa - essa stessa "..in silenzio. Facendosi parola che traduce il suono della Madre, da cui ogni cosa origina e deve tornare."- è poetica, straordinariamente potentemente poetica quanto -o più?- i versi che seguono, corrono fino alla chiusa inseparati: nome e cognome l’ultimo verso!
Un carissimo saluto

 SilviaDeAngeliss - 12/08/2023 10:27:00 [ leggi altri commenti di SilviaDeAngeliss » ]

L’immagine delle "colombe" che "calano" potrebbe simboleggiare una sorta di pace, o di conforto, che arriva in mezzo al caos e alla distruzione. L’idea che "la pace è dentro te" riflette il tema della resilienza e della forza interiore che può aiutare a superare le avversità.
Versi che esplorano profonde emozioni, e ,contrasti, attraverso immagini potenti, invitando chi legge, a riflettere sulle sfide della vita e sulla possibilità di trovare forza e speranza all’interno di sé stessi.
Un sorriso, poetessa.

 Francesco Rossi - 10/08/2023 18:22:00 [ leggi altri commenti di Francesco Rossi » ]

Ho letto con attenzione e interesse aggiungo che l’uomo che è parte si questa società precipita verso un baratro di accantonamento della fruizione delle sue peculiarità siano esse di osservazione che di creatività. L’esaltazione delle disparità ha creato per certi versi l’immobilizzazione delle coscienze in funzione di uba scocietà robotizzata, amorfa, dominata. Attraverso il nostro contributo che sia l’interiorità a portarci verso quella che come tu scrivi si può definire la rivoluzione in cammino. Fraternamente

 Vincenzo Corsaro - 10/08/2023 13:05:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

[...]E’ la calma che infonde la voce del "Maestro", della "Grande Mente" che così parla:

<< L’uomo ha molti interessi... ma questi interessi in pratica cosa sono?
Accrescere i propri interessi non vuol dire accrescere se stessi,
ma essere schiavi di irraggiungibili miraggi!
La fottuta società dei "consumi" v’imprigiona e più passano gli anni,
più v’accorgete di non avere il tempo d’essere voi stessi!
Vorreste fermarvi a riflettere, ma non potete!... ne andrebbe di mezzo la vostra situazione "reale"!
Cosa fare? Forse trovando gli altri troverete voi stessi! Siate aperti e scoprirete gli amici.
La terra è piena di voci ed ogni voce può essere amica, anche se non saprete mai da dove provenga.
La vostra forza deve essere nella vostra convinzione di esistere! La vita è meravigliosa!
Il tutto ha avuto bisogno di voi per essere il "Tutto"! Siamo più che mai importanti.
Innalziamo la nostra mente alle distanze ed agli spazi dell’Universo e cerchiamo d’immaginarlo.
Non pensate d’essere solo granelli di sabbia in una immensa spiaggia,
perché siete vivi, siete luce, siete forza vitale, siete intelligenza!
Tutto l’universo è permeato di questa intelligenza, di questa convinzione d’esistere.
Ogni organismo racchiude la sua idea del "Tutto" e tutto l’Universo è in esso.
Cercate la vostra maturità! Trovatela! Quanto ti dico, fa parte di un nostro preciso dovere!
Non alienatevi inutilmente, costringendo chi "vive più di voi" a prendervi per mano e guidarvi verso la meta.
E tu, non essere triste! Anche se sei materia vivente e pensante, hai forza e volontà
e so che per mezzo di quest’ultima vorresti dimenticare quel volto che t’ha seguito, e lo potresti fare.
Non farlo! Amala! Anche lei è sola e ha bisogno d’aiuto, di qualcuno...>>

Ma è lei che non vuol credere più, è molto delusa, come me e ormai non crede più nella vita,
neanche in me che le voglio bene. Maestro, aiutami tu! Io non posso costringerla,
ma vorrei convincerla che quel che le ho detto è vero, adesso sta a lei credermi o no
e non so se potrei portare a termine la missione che m’hai affidato se lei non fosse accanto a me,
perché credo che non potrei fare a meno di lei... e se lei non dovesse...
fa ch’io resti qui,
fino a quando la mia materia si sarà putrefatta e la mia mente cessata d’essere:
perché non vorrei ritornare più sulla terra e soffrire, preferirei espiare qui i miei giorni, solo, come ho sempre desiderato!

<< Non devi arrenderti, anche se soffrirai, devi lottare e combattere, perché se ti fermi è finita!
Tenta di nuovo, può darsi che lei si convinca che tu non menti. Aiutala a credere,
ad aver fiducia in chi le è vicino, perché questo fa parte anche del tuo dovere
e che la vita non è solo come l’hai descritta tu! Voglio che tu sia felice, come gli altri,
non devi abbatterti, non devi cadere, lotta per quel che hai sempre desiderato anche se l’hai negato
e in esso troverai te stesso...>>

Farò quanto mi sarà possibile, ma non credo che per me ci sia speranza...
non ce n’è mai stata!

<< La speranza è la fiamma che tiene accesa la vita,
nonostante sulla terra non si parli d’altro che di guerre, d’uccisioni e di barbarie d’ogni tipo!
Dov’è la vostra civiltà? Cos’è tutto questo?
I capi di governo, i generali, i politici, dovrebbero essere tutti psicanalizzati...>>

La realtà che mi circonda mi opprime e per non soffocare, a volte mi elevo al di sopra di essa,
perdendomi nei miei pensieri, anzi... illusioni. Tutto ciò che penso non succede mai,
non ch’io pensi cose assurde, anzi... ma non accadono lo stesso
e allora affogo in esse per non sentirmi più prigioniero e vittima.
Eppure lotto, i miei sogni di libertà e uguaglianza sono più vivi che mai, cosa posso fare per cambiarla?

<< E’ molto semplice, guardati dentro e intorno e capirai...>>

Grande Mente, non saprei da dove cominciare: da quelli che mi stanno vicino, o da quelli che non sanno nemmeno ch’esisto?
Perché quelli che abitano in quel paese ai piedi d’un grande vulcano sono miopi,
non vedono oltre i loro meschini egoismi, non sanno ciò che c’è intorno a loro:
la miseria, la fame, l’odio, la vendetta, la brama d’uccidere che opprime il loro cuore,
il desiderio d’uscirne fuori ed essere per loro solo un lontano passato.
Quelli che non sanno nemmeno ch’esisto forse sono peggiori: oltre a sfruttare l’ignoranza della povera gente,
alimentano nel loro cuore tutte quelle forze che potrebbero rivolgersi contro di loro.
Ma perché non provano, anche per pochi minuti, a mettersi nei panni di quella povera gente?
Perché non provano a soffrire come loro, a patire la loro fame, a covare l’odio, la vendetta, l’assassinio,
perché non lo fanno? Credono di risolvere tutto con il loro "Paternalismo"?
Perché non cercano di tradurre in atto le loro promesse?
Perché se un giorno decidessimo di fargliela pagare, per loro sarebbe finita.
Per il loro lurido egoismo rischiano d’annientare il pianeta che li ha visti crescere come un padre che tutto dà di se per il bene dei suoi figli.
Perché se quel pianeta dovesse sgretolarsi, dove andrebbero a vivere? Sulla luna forse? o su qualche altro pianeta?
Fratelli, insorgete. Annientate questi miserabili, cacciate i padroni, i militari che della guerra hanno fatto la loro religione.
Combattete tutti sotto la bandiera della libertà, perché la vita è breve
e voi non dovete morire da schiavi, ma da uomini liberi, coscienti, maturi.
Perché vi lasciate sfruttare così ignobilmente, senza limiti, senza che voi vi opponiate?
Perché non vi guardate interiormente e vi dite che tutto è sbagliato,
che in fondo la vita non è come voi desiderate? Perché non dite basta, è ora di smetterla,
di finirla con queste angherie, con questi soprusi ed è ora d’innalzarci a rango di veri uomini
e non essere più sotto-uomini, automa, bestie da soma?
Perché non dite che i razzisti debbono essere debellati e che i neri sono migliori di loro?
Perché non dite che la guerra è un sanguinario mezzo per far soldi?
Perché non vi svegliate? Finitela col vostro passivismo, fate sentire la vostra voce,
la vostra forza e lottate, lottate perché la vita è breve e dopo non ci sarà che il nulla...
Scusami Maestro, mi sono lasciato andare, ma non ho potuto farne a meno, dovevo dirlo, gridarlo,
come vorrei gridare ch’io amo quel volto, che non le ho mai mentito, che anch’io ho bisogno di qualcuno, di lei...

<< Calmati, a volte fa bene sfogarsi. Lo so che la vita è stata molto avara con te,
t’ha privato di tutte le sue cose migliori, t’ha lasciato solo le briciole, e forse neanche quelle.
Ma è ora che tu e gli altri incominciate a cogliere i frutti all’albero della vita,
che anche voi vi cibiate delle sue migliori sostanze, che non vegetiate,
ma viviate com’è vostro diritto perché la vita è breve in confronto al continuo fluire del tempo che tutto travolge,
che lascia sulla sua scia i più deboli.
Aiutate questi deboli a diventare forti e poneteli alla guida del tempo, non lasciateli più indietro,
siate tutti nello stesso cerchio. Ricordati un’altra cosa, non tutte le voci sono meschine
e voi dovete cercare le più umili, le più semplici, perché loro sono le migliori, le più vere
e non delle eco ingannevoli. Potrete vedere chiaramente il suono uscire dalla loro bocca,
un sorriso apparire sulle loro labbra, una luce risplendere nei loro occhi,
le orecchie sempre aperte, le mani sempre pronte ed anche la loro vita,
ma dovrete liberarle dalle catene dell’ignoranza e della superstizione...>>
Da "Viaggio dentro l’uomo" che avevo scritto nel 1973

Perdona la lunghezza ma è un argomento che mi sta molto ma molto a cuore.
Molto bello e profondo ciò che hai scritto e naturalmente condivido in pieno. Non dobbiamo mai mollare. Ciao :)

 Caterina Alagna - 10/08/2023 13:02:00 [ leggi altri commenti di Caterina Alagna » ]

Tutto vero ciò che hai scritto, reso pregnante e ancora più efficace da versi magnifici. La vera rivoluzione può passare solo attraverso la conoscenza di se stessi e attraverso il cambiamento. Ma non è facile. Si tende a pensare che le idee siano nostre idee e invece sono state costruite dalla società, le abbiamo assorbite tramite l’educazione. Per cui non ne siamo veramente consapevoli. Bourdieu lo chiama inconscio collettivo. Siamo molto lontani dal prendere davvero coscienza di noi stessi. Bravissima come sempre.

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